Accoglienza, sostegno, vicinanza fisica e morale senza vincoli di età, condizione sociale o religione: è questo il cuore della nuova associazione “La Città delle Donne”, nata a Torino lo scorso febbraio con lo scopo di promuovere il welfare al femminile, prevenendo o contrastando disagi e violenze di varia natura.
La presentazione ufficiale del progetto avverrà domani, sabato 11 maggio, alle ore 16, presso presso l’Aula Magna del CTO (via Zuretti 29).
“Arrivo già da una passata esperienza associativa dedicata al benessere delle donne”, spiega lapresidente Flavia Curti. “Poi è nata l’opportunità di un progetto più grande nel campo del sociale, e la Città della Salute e della Scienza ha subito accolto la nostra proposta”.
“Il nostro intento – continua – è di portare avanti azioni precise e mirate, concretizzando al massimo gli interventi e avvalendoci di strutture già consolidate nell’ambiente ospedaliero per donne in difficoltà, dalla malattia alla violenza domestica. Vogliamo offrire alternative di vita migliori, dimostrare che è possibile, soprattutto a chi ha paura”. Non sogni e parole, ma realtà e gesti tangibili. Un progetto che si smarca dal consueto immaginario del supporto teorico, a distanza, saltuario, per sostituirvi l’urgenza del presente in ogni azione quotidiana.
“La Città delle Donne” si avvale infatti della collaborazione delle strutture sanitarie, che ospiteranno iniziative e progetti con il contributo di psicologhe, medici specialisti ( ginecologhe, dentiste, oncologhe), assistenti sociali e anche donne in divisa – poliziotte e carabinieri -, avvocatesse, insegnanti per bambini e docenti di lingua per le straniere. Sono coinvolte non a caso diverse “mamme” bilingue (parlanti portoghese, francese, arabo, inglese e cinese), che aiutano quelle in difficoltà a orientarsi e integrarsi nel tessuto comunitario.
Inoltre, l’associazione sta predisponendo una convenzione con i centri antiviolenza per offrire alternative alle donne sfruttate in strada: per questo è in programma un accordo con la Piazza dei Mestieri per avviare corsi gratuiti di inserimento lavorativo, da estendere anche alle detenute del carcere torinese. “E con la Regione Piemonte si stanno valutando le possibilità di utilizzare appartamenti vuoti per ospitare donne in difficoltà”, aggiunge la presidente Curti.
Un’attività che prende quindi piede sia nel contesto sanitario sia all’esterno, nel territorio. Intanto al CTO è arrivo uno sportello d’ascolto e accoglienza a orario continuato. Da qui, le donne, in base alla tipologia di problema, vengono indirizzate ai vari centri di riferimento. “Noi abbiamo un senso di solidarietà e protezione fuori dal comune”, sottolinea Curti. “Molte ragazze o signore spesso hanno solo bisogno di un ambiente familiare che le accolga, in cui possano sentirsi al sicuro e aprirsi. E proprio su noi donne poggiano le fondamenta dell’intera società: per questo dobbiamo prima di tutto stare bene noi”.
“Non crediamo nella filosofia del coltivare il proprio orticello – conclude la presidente –, anzi, vogliamo più che mai fare rete, cercare collaborazioni. Dovremmo tutti farci portatori di un testimone aiutandoci a vicenda, in affiancamento”.
“La Città delle Donne” guarda anche allo sport come momento fondamentale di incontro e scambio. Sabato 12 maggio, a Rivoli, si disputerà la finale del primo torneo internazionale di rugby “Una meta per la vita”, organizzato in collaborazione con Artaban Onlus. I proventi saranno destinati alla costruzione di un pozzo in Burkina Faso, dove Artaban è impegnata in una serie di progetti a favore delle donne più deboli.
Fonte: torinoggi.it