Molto spesso la violenza nelle relazioni di intimità viene minimizzata in conflitti di coppia o in una relazione infelice. Ma nel caso di maltrattamento e violenza non ci troviamo di fronte ad un rapporto solo un po’ litigioso; il termine conflitto infatti presuppone:
- consenso alla lotta in entrambe le parti
- forze simili in campo
- esiti alterni (ora prevale l’uno, ora può prevale l’altro)
- non ci sia sottomissione/umiliazione/annientamento della parte perdente
Tutto questo non accade nella violenza di cui stiamo parlando poiché:
- non c’è consenso tra i partner
- le forze in campo sono dispari
- è sempre o quasi sempre una parte che prevale sull’altra (l’esito dello scontro è prevedibile)
- chi soccombe riceve un danno all’incolumità fisica/psicologica/ sessuale/economica
- una delle due parti è controllata costantemente dall’altra e la teme.
La IPV può essere individuata a partire dalla presenza di esercizio di potere e controllo di una sola parte sull’altra.
Per stabilire chi è la vittima, un buon indicatore è osservare attentamente chi ha paura di chi.
Fonte: Progetto europeo Daphne III – “Wosafejus – La violenza da partner nelle relazioni di intimità: l’accesso delle donne alla protezione e alla giustizia”.