La violenza sulle madri di cui i bambini sono testimoni prende il nome di violenza assistita ed è un fattore di rischio per la loro salute psicologica e fisica con forti ripercussioni sulla sfera emotiva e relazionale.
Tra gli effetti più comuni della violenza assistita la letteratura riporta problemi di depressione, bassa autostima, ansia, aggressività, agitazione e irrequietezza, minori competenze sociali e relazionali, esigue abilità motorie, alterazioni del ritmo sonno/veglia, enuresi notturna, comportamenti regressivi o autolesionisti, disturbi alimentari, bullismo, uso di alcol e sostanze (in adolescenza), scarso rendimento scolastico.
Una volta raggiunta l’adolescenza, poi, spesso si manifestano problemi all’interno delle coppie di teenagers poichè sono ragazzi che hanno imparato che nell’affettività la violenza è permessa e accettabile ed è segno distintivo del modello di uomo che hanno interiorizzato. Allo stesso modo, ragazze che hanno assistito a violenze tra i propri genitori, possono assimilare l’idea di accettare una relazione opprimente e/o abusiva, considerandola nella norma.
Così si porta avanti nelle generazioni l’idea che la violenza sulle donne sia un modo accettabile e normale di relazionarsi all’interno dei rapporti affettivi.
Bisogna poi considerare che, a volte, nel tentativo di difendere la madre, anche i figli possono riportare danni fisici per la probabilità di essere colpiti da pugni, calci, oggetti lanciati…
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