La violenza sessuale è qualsiasi atto sessuale o un atto riferito al sesso che viene imposto ad persona non l’ha incoraggiato, né scelto.
La violenza da parte del partner viene denominata violenza domestica.
In Italia si usa spesso la sigla IPV, mutuata dall’inglese Intimate Partner Violence per indicare questa tipologia di violenza che comprende le violenze esercitate da un uomo all’interno di una relazione affettiva o di coppia.
La IPV non è un problema individuale, ma sociale. Non si può sconfiggere da soli. La violenza può venir meno solo se la società smette di tollerarla.
Tutti sono implicati, sia a livello individuale che collettivo.
Per violenza fisica s’intende qualsiasi forma di aggressività o di maltrattamento contro la persona fisica o le cose di sua proprietà. Spesso mira a imporre con la forza un ruolo di sottomissione.
Si considerano violenza fisica comportamenti quali:
La violenza sessuale è qualsiasi atto sessuale o un atto riferito al sesso che viene imposto ad persona non l’ha incoraggiato, né scelto.
Comprendere che cos’è la violenza sessuale ci aiuta a reagire quando un amico, un famigliare o un cliente rivela di avere subito tale violenza:
Molestia sessuale e penetrazione da parte di qualsiasi oggetto
Palpeggiamenti o baci non desiderati
Attività sessuali o attività a sfondo sessuale forzate o costrette, incluse attività che includono violenza o dolore
Essere osservati da qualcuno senza la propria autorizzazione quando si è nudi o impegnati in attività sessuali
Pubblicazioni di immagini sessuali su Internet senza autorizzazione
Essere forzati o costretti da qualcuno a guardare o a partecipare in attività pornografiche
Avere rapporti sessuali con qualcuno che sta dormendo o è gravemente sotto l’effetto dell’alcool e/o di altre sostanze stupefacenti
Giochi particolari e storie volgari o allusive, o mostrare immagini a fondo sessuale che costituiscono un comportamento ripetuto costrittivo o intimidatorio
Per violenza psicologica s’intendono attacchi diretti a colpire la dignità personale, forme di mancanza di rispetto, atteggiamenti volti a ribadire uno stato di subordinazione o di inferiorità della donna; spesso costituiscono violenze difficili da identificare, quali:
Il messaggio che passa attraverso il maltrattamento psicologico è che chi ne è oggetto è persona priva di valore. Ciò induce in qualche modo in chi lo subisce ad accettare in seguito anche comportamenti fisici violenti.
Le modalità di maltrattamento sono molteplici, alcuni esempi:
Ogni forma di privazione o controllo che limiti l’accesso all’indipendenza economica di una persona. La repressione economica viene esercitata in modi diversi a seconda degli ambienti, ma in tutti i casi consiste nel togliere alla donna la sua autonomia.
Vi sono inclusi comportamenti quali:
Lo stalking è un insieme di comportamenti ripetuti e intrusivi di sorveglianza, di controllo, di ricerca di contatto e di comunicazione, nei confronti di una vittima che risulta infastidita e/o preoccupata da tali attenzioni e comportamenti non graditi: telefonate, lettere, e-mail, doni, omaggi, appostamenti, sorveglianze, ricatti, minacce, ricerca di contatto.
Secondo il ricercatore B.H.Spitzberg, possiamo individuare alcune costanti nel comportamento dello stalker:
Non esiste una tipologia precisa di molestatori insistenti.
Spesso lo stalker non ha un disturbo psichiatrico, ma solo una patologia delle relazioni: non accetta il distacco implicito nella fine di un legame, né il rifiuto della vittima.
Uno dei maggiori fattori di rischio di atti persecutori perpetrati contro un ex partner è la mancata elaborazione di un lutto (50% dei casi). Poco conosciuto, ma molto frequente (circa la metà), è poi lo stalking compiuto in ambiti diversi da quelli affettivi: lavorativo, familiare (tra genitori e figli o viceversa), tra vicini di casa e scolastico, a riprova che il problema può riguardare tutti e investire qualsiasi fascia d’età.
Cosa puoi fare?
Alla richiesta d’iniziare o di riprendere una relazione, è fondamentale dire no chiaramente e senza bisogno di ripetersi. Mai cadere nella trappola della comprensione, dell’ultimo incontro chiarificatore ma neanche della comunicazione negativa, percepita come forma di attenzione e quindi incentivo a continuare.
I molestatori insistenti sono abili manipolatori: riescono a raccogliere informazioni sulla vittima a sua totale insaputa, anche attraverso la rete di amicizie. Inoltre, evitare di rendere pubblici sui social network informazioni e dati personali, come il numero di cellulare. Fondamentale anche portare a conoscenza di familiari, colleghi e amici la propria condizione e l’identità, se conosciuta, dello stalker, per evitare che divulghino inavvertitamente notizie preziose.
E’ importante rivolgersi ai Centri Antiviolenza per avere delle informazioni specifiche e poter approfondire il problema, per chiedere una consulenza legale. Si tratta di un reato che va denunciato alle Forze dell’Ordine, documentando il più possibile gli atti persecutori (ad esempio salvare su chiavetta USB i messaggi, le immagini, le mail ricevute, le chiamate, ecc). La persona offesa può richiedere “l’ammonimento” dello stalker in fase di denuncia. Il Questore ha la competenza in merito a tale decisione che può costituire un deterrente rispetto al reiterarsi del comportamento persecutorio.
Per quanto riguarda la violenza basata sull’onore e i matrimoni forzati, ne sono esempi: