Per violenza psicologica s’intendono attacchi diretti a colpire la dignità personale, forme di mancanza di rispetto, atteggiamenti volti a ribadire uno stato di subordinazione o di inferiorità della donna; spesso costituiscono violenze difficili da identificare, quali:
- controllo
- isolamento
- gelosia patologica
- molestie assillanti
- critiche avvilenti
- umiliazioni
- intimidazioni
- minacce
- indifferenza alle richieste affettive
Il messaggio che passa attraverso il maltrattamento psicologico è che chi ne è oggetto è persona priva di valore. Ciò induce in qualche modo in chi lo subisce ad accettare in seguito anche comportamenti fisici violenti.
Le modalità di maltrattamento sono molteplici, alcuni esempi:
- svalorizzare (convincere la donna che non vale niente, dirle che è sessualmente inadeguata, sminuirla nella sua femminilità, critiche continue, distruzione dei rapporti di amicizia o parentela, ecc.)
- trattare come un oggetto (richiesta di cambiare il proprio aspetto fisico, manipolare lo stato psichico della donna, mettere in atto un’ossessività maniacale, controllare dove va e cosa fa, gelosia eccessiva, costringerla ad avere rapporti sessuali, ecc.)
- eccessiva attribuzione di responsabilità (nell’organizzazione del menage familiare, accusarla delle difficoltà dei figli, costringerla a farsi carico di tutte le spese familiari, ecc.)
- deprivare di risorse fondamentali (privazione di contatti sociali, indurre ansia e insicurezza sul futuro, privazione dei rapporti con la famiglia d’origine, cure mediche, mobilità, ecc.)
- operare una distorsione della realtà (critica continua alla sua visione del mondo, negazione dei suoi sentimenti, farla sentire in colpa perché rifiuta i rapporti sessuali, cercare di far sembrare normali gravi maltrattamenti e abusi, ecc..)
- incutere paura (minacce di percosse, rompere oggetti, sbattere porte, minacce di togliere i figli, di sbatterla fuori di casa, di farle perdere il lavoro, minacce di morte, imprevedibilità, ecc..).
- Aggiornato il 13 Febbraio 2022