Il tema dell’intolleranza in Italia e della correlazione stretta tra l’uso di un certo linguaggio e l’insorgere di episodi violenti, è di strettissima attualità: solo nel 2013 – spiegano da Vox – Osservatorio italiano sui diritti, 6.743.000 sono state le donne vittime di abusi fisici o sessuali, 1 gay su 4 è stato vittima di violenza, mentre il 45% dei giovani si considera xenofobo o diffida degli stranieri. In questo scenario, i social network giocano un ruolo non indifferente nell’alimentare sentimenti di intolleranza e di odio verso il prossimo.
Il progetto della Mappa dell’Intolleranza di Vox – Osservatorio italiano sui diritti risponde esattamente a quanto stabilito nella Convenzione, rappresentando uno strumento fondamentale di prevenzione alla violenza. Grazie alla geo-localizzazione dei tweet discriminatori riusciremo a mappare le zone dove l’odio nei confronti delle donne è maggiormente radicato, consentendo di comprendere anche quei lati più oscuri del territorio, dove lo Stato molte volte non riesce ad arrivare. La mappa sarà quindi una base di lavoro per le amministrazioni, locali e statali, le quali potranno riconoscere i luoghi e l’entità della violenza. Oltre a rappresentare uno strumento di prevenzione, la mappa consentirà di porre in atto politiche di contrasto alla violenza di genere, mirate e studiate per uno specifico territorio. Non limitandosi all’individuazione della sola intolleranza contro le donne, la mappa consentirà di prevenire e contrastare altre forme di violenza, come l’omofobia o le violenze contro le persone con disabilità.
Poco più di un anno fa quando è stato fondato Vox, la sfida è stata l’aumento del livello di coscienza dei diritti e contribuire attivamente alla garanzia dei diritti fondamentali in Italia. Con la Mappa dell’Intolleranza si è compiuto un passo fondamentale nella lotta contro le discriminazioni e la violenza, ed è su questa strada che Vox deve continuare. Il progetto della Mappa dell’Intolleranza di Vox – Osservatorio italiano sui diritti risponde esattamente a quanto stabilito nella Convenzione di Istanbul, rappresentando uno strumento fondamentale di prevenzione alla violenza.
Grazie alla geo-localizzazione dei tweet discriminatori si è riusciti a mappare le zone dove l’odio nei confronti delle donne è maggiormente radicato, consentendo di comprendere anche quei lati più oscuri del territorio, dove lo Stato molte volte non riesce ad arrivare.
La mappa rappresenta quindi una base di lavoro per le amministrazioni, locali e statali, le quali hanno la possibilità di conoscere le aree del territorio nazionale ove maggiormente si concentra la violenza e conseguentemente, porre in atto politiche di contrasto alla violenza di genere, mirate e studiate per uno specifico territorio. Non limitandosi all’individuazione della sola intolleranza contro le donne, la mappa consente di prevenire e contrastare altre forme di violenza, come l’omofobia o le violenze contro le persone con disabilità.
Fonte: La Stampa 28.01.15