Presentato il disegno di legge chiesto da Carla Caiazzo, la donna di Napoli bruciata dall’ex. La prima firmataria Puppato: “Il testo colma un vuoto, perché lasciare una persona senza volto non è provocarle lesioni, è ucciderla”. Iniziativa condivisa da tutti i partiti, l’approvazione sarà rapida.
ROMA – “Parlare con le vittime, leggere le dichiarazioni dei loro aguzzini, mi ha convinto che si debba fare di tutto perché la legge sull’omicidio di identità sia approvata al più presto”. La senatrice Laura Puppato, prima firmataria del disegno di legge trasversale per l’istituzione dell’omicidio di identità, non nasconde un po’ di emozione nell’anticipare il contenuto della nuova norma. E ci tiene a sottolineare che l’Introduzione nel codice penale degli articoli 577-bis, 577-ter e 577-quater in materia di omicidio d’identità è stata sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari con una unanimità che in questa legislatura non ha precedenti.
A chiedere di individuare un reato e sanzioni specifiche era stata Carla Caiazzo, la donna bruciata dall’ex mentre era incinta. Caiazzo lo scorso novembre aveva scritto al presidente della Repubblica, Mattarella, chiedendogli “di sollecitare il nostro legislatore a individuare, sulla scorta di quanto sta tristemente accadendo, una nuova figura di reato che punisca severamente coloro che, nel loro intento delittuoso, colpiscono le donne e, soprattutto, le cancellano dalla società civile”.
L’appello di Carla Caiazzo è stato raccolto da un gruppo bipartisan di senatrici e, come spiega Puppato, “il disegno di legge colma un vuoto normativo e rappresenta un unicum anche in campo europeo. Il volto distrutto e volutamente sfregiato per sempre ha il valore di una morte civile, inferta con inaudito cinismo e frutto o causa, sopra ogni cosa, della volontà violenta di restare unici padroni dell’io profondo della vittima che si sarebbe voluta possedere. Per tali atti non bastano le pene previste per la lesione grave o gravissima subita in qualunque altre parte del corpo umano. Non perché, ovviamente, non sia grave ogni atto lesivo di una persona, ma perché lo sfregio del volto va a incidere profondamente sull’identità fisica, sociale e psicologica”.
“Il disegno di legge è stato scritto in collaborazione con le vittime, i loro avvocati, psicologi e criminologi. Gli autori dell’omicidio di identità oggi agiscono consapevoli di produrre il massimo del danno e andare incontro a pene minime rispetto a quanto causano – spiega Puppato – la nuova norma, punendo con la reclusione non inferiore a 12 anni fornisce ai magistrati gli strumenti per comminare pene adeguate in modo rapido”. Il disegno di legge presentato oggi sottolinea, come avvenuto per il reato di femminicidio, che l’avere una relazione affettiva con la vittima è un’aggravante, punta a ribadire insomma che “chi dice di amarti e ti causa danni deve essere punito di più”. “La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi dall’ascendente o dal discendente, dal coniuge, anche legalmente separato, dalla parte dell’unione civile o da persona legata alla persona offesa da relazione affettiva o con essa stabilmente convivente” anticipa la senatrice Pd. Come avvenuto di recente con la legge per la tutela degli orfani di femminicidio si pensa anche a garantire economicamente le vittime e i figli perché “Nei casi di condanna si applicano quali pene accessorie l’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all’amministrazione di sostegno, la perdita del diritto agli alimenti e l’esclusione dalla successione della persona offesa, nonché la sospensione dall’esercizio di una professione o di un’arte”.
All’obiezione che, come è avvenuto nel dibattito sull’introduzione dell’ergastolo per i femminicidi, insieme alle nuove leggi è indispensabile fare prevenzione, Puppato chiarisce: “Abbiamo pensato anche a questo: l’articolo 3 istituisce l’Osservatorio permanente per le azioni di monitoraggio, prevenzione e contrasto al fenomeno, del quale fanno parte rappresentanti del ministero dell’Interno e del Ministero dell’Istruzione. La titolare del Miur; Fedeli, ha avuto parte attiva nel disegno di legge e sono convinta che, nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, definirà al meglio le linee guida per l’educazione alla legalità e all’integrità delle persone”.
Puppato si dice anche ottimista sui tempi di approvazione della legge: “Come me, in molti sono rimasti sconvolti nel sentire Lucia Annibali o Carla Caiazzo parlare degli innumerevoli interventi necessari dopo le aggressioni, hanno provato orrore nel leggere le affermazioni dei colpevoli che nello sfregiarle dicevano ‘Vediamo se adesso andrai a divertirti’. La nostra è una iniziativa talmente condivisa che credo la sua approvazione si possa dare per acquisita”.
Fonte: repubblica.it