La campagna contro le molestie sui mezzi pubblici

La rete Non Una Di Meno Torino rilancia una campagna contro le molestie sui mezzi pubblici a seguito delle molestie e le violenze subite a Torino su un autobus  
da una ragazza che ha poi deciso di condividere con la rete quello che le era successo perchè la sua esperienza personale potesse diventare pratica politica collettiva.

Ecco il suo racconto: Giovedì 11 maggio ero sull’autobus 3027, linea 67 direzione Arbarello, diretta ad un appuntamento con una mia amica. Una volta seduta, tra i passeggeri è salita una ragazza che si è seduta vicino a me e di fronte, poco dopo, un uomo sopra la trentina, stempiato e dall’aria comune. Ha subito iniziato ad infastidire la ragazza che aveva davanti, tentando di toccarla “casualmente” e invadendo immotivatamente il suo spazio mentre si palpava più o meno visibilmente. Quando lei l’ha redarguito, lui ha ignorato il suo fastidio continuando con quell’atteggiamento, fino a spingerla a spostarsi più in là. Un’identica scena si è ripetuta quando al suo posto si è seduta una nuova ragazza, nuovamente l’uomo ha tentato di toccarla e l’ha infastidita fino a spingerla a spostarsi. In tutto questo l’autobus non è mai stato vuoto, molti hanno visto e nessuno ha anche solo provato ad intervenire.
Quando davanti all’uomo si è seduto un signore sulla cinquantina, si è sentito in diritto di infastidire i presenti con forti sbadigli e sguardi ammiccanti alle ragazze vicino a lui, finché non si è accorto di me alle sue spalle. A quel punto si è sentito in diritto di iniziare a masturbarsi fissandomi con aria divertita e ammiccando, senza che ancora nessuno sentisse la necessità d’intervenire. Ho deciso di farlo da sola, prima urlandogli, visibilmente arrabbiata, di smetterla e poi al suo rifiuto e, di fronte al suo divertimento, colpendolo in viso.
Lui vista la reazione ha deciso che prendermi a pugni in faccia sarebbe stata la giusta risposta per quella che, cito testualmente “non era una donna”. È seguito uno scambio di colpi più o meno riusciti che finalmente hanno attirato l’attenzione dei presenti che sono intervenuti per separarci senza troppa convinzione. L’autista ha aperto le porte, fermandosi a Torino Esposizioni, e l’uomo è sceso continuando ad inveire e insultarmi, poi si è allontanato.
Nessuno ha chiamato la polizia o i carabinieri.
L’autista del mezzo, dopo un rapido interessamento, è ripartito proseguendo la corsa.
La denuncia sono andata a farla con il sostegno della prima ragazza molestata, che mi ha anche accompagnato in ospedale, dove mi sono stati dati 7 giorni di prognosi per una distorsione della colonna cervicale e alcune contusioni, tra cui l’occhio sinistro colpito da un pugno.
Sinceramente sono frustrata ed arrabbiata per la totale mancanza di aiuto o interesse riscontrato sia dalla maggior parte dei passeggeri sia, e soprattutto, dall’autista del mezzo che, pur essendo a tutti gli effetti considerato un pubblico ufficiale, non ha saputo o voluto intervenire in maniera incisiva nella situazione.

  • Aggiornato il 19 Maggio 2017