E’ il marito, l’ex-fidanzato, lo zio, il compagno della mamma. Sono loro i mostri, ormai lo sappiamo. Su 149 omicidi di donne che ci sono stati nel 2016, quasi 3 su 4 sono stati quelli che vengono chiamato femminicidi. La giustizia ancora non li condanna come reato a parte, ma oramai da tempo anche l’Istat se ne è fatto carico e mercoledì pomeriggio è stato Giorgio Alleva, presidente del nostro Istituto di statistica, che in un’audizione alla commissione parlamentare ha sviscerato il fenomeno, con dati inquietanti. Uno per tutti: «Una donna italiana su tre, vittima di violenza da parte del partner, ha dichiarato che quando si è rivolta al pronto soccorso per aver aiuto ha dichiarato che il personale sanitario ha minimizzato quando addirittura non ha raccolto la testimonianza».
Gli stupri italiani
E’ un piccolo dossier quello che il presidente Alleva ha presentato alla commissione di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di ogni genere. Sono vent’anni che l’Istat indaga questo fenomeno e non si limita ad assemblare numeri, ma li legge anche i controluce. Con i numeri di ieri si è sfato un lugo comune becero. «L’autore delle violenze è prevalentemente italiano», ha detto Giorgio Alleva. E ha spiegato: «In particolare gli stupri subiti dalle donne italiane sono stati commessi da italiani per oltre l’80% dei casi (81,6%) e nel 15,9 erano stranieri (gli altri non sono stati individuati).
Una donna su cinque ricoverata
Sono piuttosto inquietanti i dati dell’Istat forniti ieri all’audizione della commissione parlamentare. Gravi le conseguenze riportate nelle violenze. Ha detto ancora il presidente Alleva «Più di una donna su tre vittima della violenza del partner ha riportato ferite, lividi, confusioni o altre lesioni (37,6%). Circa il 20% è stata ricoverata in ospedale in seguito alle ferite riportate e più di un quinto delle persone che sono state ricoverate ha avuto danni permanenti».
Fonte: roma.corriere.it