Parla la donna che ha rifiutato il risarcimento dal suo persecutore, sollevato da ogni accusa per effetto della nuova norma sulle “condotte riparatorie”: “Io non voglio neanche 10mila euro. Non si può rendere banale lo stalking”. Il ministro Orlando assicura cambiamenti della legge.
“E’ una sentenza inaccettabile, assurda. Non ci posso credere che una persona che per mesi mi ha seguita, si è appostata sotto casa mia, possa cavarsela con un risarcimento di 1500 euro. Che sia chiaro: io non ne voglio né 1500, né 10mila”. Martina, il nome è di fantasia, non si dà pace per la sentenza del giudice Rosanna La Rosa, del Tribunale di Torino, che ha dichiarato il non doversi a procedere contro il suo stalker Daniele Simone, 38 anni, di Volvera, perché il reato di stalking si è è estinto con un’offerta di risarcimento, ritenuta “equa” dal giudice, che peraltro lei aveva rifiutato.
Proprio su questo aspetto sono previste novità. Il reato di stalking deve essere cancellato da quelli per i quali è possibile dichiarare l’estinzione in forza delle “condotte riparatorie” dell’imputato previste da una norma entrata in vigore a inizio agosto. Lo ha deciso l’ufficio legislativo del ministero della Giustizia che, su precisa direttiva del ministro Andrea Orlando, ha depositato parere favorevole all’emendamento presentato dalla senatrice Puglisi (Pd) nell’ambito dei lavori parlamentari sulla proposta di legge a tutela degli orfani dei crimini domestici, in calendario alla commissione giustizia del Senato la prossima settimana. Il parere del ministro è stato depositato 4 giorni fa. E’ quindi precedente al caso torinese raccontato dalla protagonista.
Martina, partiamo da quell’offerta che “estingue” lo stalking da lei subìto…
“Un giorno è venuto da me un signore, credo del Tribunale, con un assegno da 1500 euro – dice la ragazza – e un foglio dove avrei dovuto firmare nel caso avessi accettavo il risarcimento. Ovviamente ho detto no. Come si può chiudere una vicenda, che ancora oggi mi crea ansia, in questo modo? Non è accettabile. Ho vissuto per più di due mesi con l’incubo di un uomo che mi seguiva giorno e notte, anche in presenza del mio fidanzato.”
Anche in presenza del suo fidanzato?
“Certo: una sera, di ritorno a casa, ci siamo trovati praticamente intrappolati fra il cancello ancora chiuso e l’auto del mio persecutore che ci aveva pedinati. Non è successo nulla ma mi chiedo: cosa sarebbe accaduto se fossi stata da sola?”
Lei conosceva questo personaggio?
“No, mai scambiato una parola con lui. Ho saputo che lui mi aveva visto un giorno dal tabaccaio del paese dove vivo e da lì si è scatenata la persecuzione. Ho poi saputo che vive a circa trecento metri da casa mia, ma io non ricordo di averlo mai visto. E’ un uomo di quasi 40 anni che abita con i genitori. Come si può agire così?”
Cosa ha fatto quando ha capito che la seguiva continuamente?
“Un giorno, sempre più preoccupata, sono andata dai carabinieri per denunciare quanto mi stava accadendo. Dopo la querela loro mi hanno detto di chiamarli se mi fossi trovata nelle stessa situazione. Il giorno dopo la mia denuncia quel tipo era di nuovo sotto casa mia: mi faceva le luci con la sua auto. Io ho chiamato i carabinieri che sono subito intervenuti e lo hanno portato via”.
Perché non si è mai costituita parte civile nel processo?
“Non volevo vederlo. L’idea di incontrarlo in tribunale mi creava troppa ansia. Ho sempre ricevuto le notifiche giudiziarie ma proprio non me la sentivo di trovarmi di fronte a lui”
Come mia non ha nominato un avvocato?
“Non ci ho pensato. Io lavoro, in proprio, dal mattino presto fino al tardo pomeriggio. Questa storia mi ha troppo turbata e volevo che tutto finisse al più presto. Però l’idea che tutto ciò che ho vissuto possa valere 1500 euro non è accettabile. Se quell’uomo ha sbagliato è giusto che paghi. I soldi non mi ripagheranno mai delle mie angosce e delle mie paure.”
Cosa pensa di fare adesso?
“Adesso contatterò un avvocato. Non so se lo possa ancora fare ma non voglio che una vicenda di stalking possa chiudersi semplicemente con un risarcimento economico. Che messaggio diamo alle donne? Cosa facciamo, rendiamo lo stalking una cosa banale? No, non ci sto”.
Fonte: torino.repubblica.it