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Nell’ambito del progetto integrato del Polo del ‘900 Donne, Genere Generazioni: il lavoro, i diritti, i linguaggi coordinato dall’Istituto Gramsci, dalla Fondazione Nocentini e dall’Istituto Salvemini inauguriamo un ciclo di talk, che ci accompagnerà per tutto il mese di marzo, con l’incontro: La violenza domestica contro le donne ai tempi del lockdown.
Partecipano:
Monica Cerutti, Ambasciatrice Telefono Rosa Piemonte;
Anna Ronfani, Vice Presidente di Telefono Rosa Piemonte;
Silvana Luciani, Servizio Pari Opportunità Città di Torino – Coordinatrice gruppo accoglienza-osservatorio del CCVD (Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne).
Coordina: Donatella Sasso (Istituto Salvemini)
Saluti di: Alessandro Bollo (Direttore Polo del ‘900)
Tutti ricordiamo il famoso hashtag #iorestoacasa, che nella prima metà del 2020 ci ha difeso dal Covid-19. Apparentemente così rassicurante, tuttavia non lo è stato per tutti, in particolare per quelle donne costrette in situazioni domestiche problematiche.
Anche in condizioni di normalità, si registra un maggior numero di episodi di violenza familiare nei momenti in cui la convivenza con un partner si fa più stretta, durante le vacanze estive o le festività. La forzata convivenza di molte coppie ha fatto registrare dati allarmanti di aumento delle violenze, puntualmente confermati dalle statistiche ufficiali. In particolare, le donne che hanno perso il lavoro durante la quarantena sono risultate maggiormente esposte, essendo costrette a lunghe permanenze in casa, economicamente dipendenti dai loro compagni con conseguenti maggiori difficoltà a sottrarsi alle violenze.
Limitandoci alle statistiche ufficiali dell’ISTAT, risulta che da marzo a giugno 2020 il numero di richieste di aiuto per sé o per altri, giunte al numero verde 1522 per la violenza e lo stalking, sono raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2019 (+119%). Gli operatori hanno ricevuto 15.280 fra telefonate e messaggi, e quasi 5000 di questi riguardavano episodi di violenza.
Certo, l’aumento delle telefonate non significa necessariamente l’aumento della violenza, ma sicuramente indica un incremento delle persone che hanno sentito la spinta e trovato la forza di usare quel servizio. I dati mostrano infatti che la maggior parte delle chiamate giunte in questi mesi di pandemia non ha riguardato episodi nuovi, inediti.
4236 chiamate hanno raccolto i racconti di persone che da anni vivono violenza in casa. Si tratta del doppio delle chiamate ricevute per lo stesso motivo nel 2019. Anzitutto si è trattato quasi sempre di violenza contro le donne. Ci sono state 6254 vittime donne e 253 vittime uomini. Gli autori indicati sono stati 5540 uomini e 440 donne, tenendo presente che non si conteggia solo la violenza fra partner o ex partner, ma anche quella fra genitori e figli, tra fratelli e sorelle e persone al di fuori della famiglia.